Secondo l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari e dei titoli dell’Unione Europea, la finanza decentralizzata (DeFi) non rappresenta ancora un rischio significativo per la stabilità finanziaria complessiva, ma che sia necessario monitorarla.
L’11 ottobre, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha pubblicato un rapporto intitolato “La finanza decentralizzata nell’UE: Sviluppi e rischi”. Oltre a discutere i vantaggi e i rischi del nascente ecosistema, l’autorità di regolamentazione ha concluso che esso non rappresenta ancora un rischio significativo per la stabilità finanziaria.
“I mercati dei crypto-asset, compresa la DeFi, non rappresentano al momento rischi significativi per la stabilità finanziaria, soprattutto a causa delle loro dimensioni relativamente ridotte e dei limitati canali di contaminazione tra criptovalute e mercati finanziari tradizionali.”
La capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute è di poco superiore ai 1.000 miliardi di dollari e il valore totale bloccato (TVL) nella DeFi è di appena 40 miliardi di dollari, secondo DefiLlama. In confronto, il patrimonio totale delle istituzioni finanziarie nell’UE ammontava a circa 90.000 miliardi di dollari nel 2021, secondo quanto riportato dalla Commissione europea.
Il rapporto sostiene che il mercato totale delle criptovalute equivale all’incirca alle dimensioni della 12esima banca dell’UE, o al 3,2% degli asset totali detenuti dalle banche dell’UE.
L’ESMA ha anche esaminato diverse cripto-contaminazioni avvenute nel 2022, tra cui il crollo dell’ecosistema Terra e di FTX, constatando che questo “momento Lehman” delle crypto non abbia tuttavia esercitato “un impatto significativo sui mercati tradizionali”.
Ciononostante, il regolatore ha sottolineato che la DeFi presenti tratti e vulnerabilità simili a quelli della finanza tradizionale, come i disallineamenti di liquidità e di scadenza, la leva finanziaria e l’interconnessione.
Ha inoltre evidenziato che, sebbene l’esposizione degli investitori alla DeFi sia ancora modesta, sussistono seri rischi per la protezione degli investitori a causa della “natura altamente speculativa di molti strumenti DeFi, delle importanti vulnerabilità operative e di sicurezza e della mancanza di una parte responsabile chiaramente identificata”.
Il rapporto mette in guardia sul fatto che ciò potrebbe “tradursi in rischi sistemici se il fenomeno dovesse acquisire una diffusione significativa e/o se le interconnessioni con i mercati finanziari tradizionali dovessero diventare rilevanti”.
Inoltre, il rapporto individua un “rischio di concentrazione” associato alle attività della DeFi.
“Le attività della DeFi sono concentrate in un piccolo numero di protocolli”, rileva il rapporto, aggiungendo che i tre più grandi rappresentano il 30% del TVL.
“Il fallimento di uno qualsiasi di questi grandi protocolli o blockchain potrebbe ripercuotersi sull’intero ecosistema”, ha dichiarato.
Il regolatore sta prestando molta più attenzione alla DeFi e ai mercati delle criptovalute dopo la pubblicazione del suo secondo documento consultivo sui regolamenti sui mercati dei crypto-asset (MiCA) all’inizio di questo mese.
Traduzione a cura di Walter Rizzo
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